L’incredibile ricchezza di risorse naturali è indubbiamente una delle caratteristiche che fa del Salento una terra speciale. Una di queste scorre da tantissimi anni nella Lecce sotterranea, ed è l’antico fiume Idume accompagnato nell’agro della città, dalla sorgente dell’Acquatina.
E’ lungo circa 7 km ed attraversa Lecce sopratutto in prossimità del maestoso Castello Carlo V, sfociando poi nel Mare Adriatico in prossimità di Torre Chianca, formando quello che viene chiamato il Bacino dell’Idume.
Sotto Palazzo Adorno inoltre, si trova una falda acquifera che si collega al fiume Idume, maggiori dettagli potete scoprirli attraverso questo video di Salentowebtv:
Il bacino del Fiume è caratterizzato soprattutto dalla presenza di vegetazione sommersa e fittissimi canneti e la sua permanenza sembra essere antichissima, tanto che probabilmente Plinio, nella sua opera Tabula Peutingeriana, si riferiva proprio ad esso parlando della vecchia Lupiae, ovvero Lecce.
Maggiori certezze si hanno poi nella letteratura del 1830, quando si parla dell’Idume e delle sue due bocche, una diretta a Torre Chianca sotto il nome di la Sagnia e l’altra diretta a Torre Rinalda con il nome di Bocca del Fiume, oggi scomparsa.
Il Fiume Idume attraversa con le sue acque il suggestivo centro storico di Lecce, facendo capolino nei sotterranei di diversi antichi palazzi nobiliari, come quello degli Adorno, fatto costruire dal genovese Gabriele Adorno intorno al 1568.
Alla guida del palazzo si succedettero molte importanti famiglie, e tra queste in particolare, una famiglia ebrea usava purificarsi proprio all’interno di questa falda acquifera posizionata nei sotterranei del palazzo.
Un passaggio testimoniato anche da iscrizioni sulle antiche pietre dell’edificio. Questa falda naturale all’interno del palazzo è stata usata per secoli dalle famiglie locali per l’igiene quotidiana, avendo a disposizione una vera e propria piscina non artificiale.
Si tratta di uno dei corsi d’acqua più importanti del Salento e la zona che circonda il suo bacino, nella Marina di Torre Chianca, nella zona umida definita “Le Macchie dei Rizzi”, offre uno spettacolo naturale davvero suggestivo.
I colori brillanti della vegetazione si uniscono al profumo intenso delle ginestre e all’incredibile trasparenza dell’acqua, soprattutto in primavera, e non sono pochi i visitatori che decidono di recarsi in questa zona per interessanti escursioni. Con la possibilità di avvistare anche aironi, il Falco della Palude ed ammirare l’Orchidea palustre, tipica di questa zona.
semplicemente meraviglioso. una favola, quasi, che da bestia ignorante apprendo oggi 25 maggio 2018 alla non proprio tenera tenera età di 61 anni. pazzesco ci stavo seduto sopra e non lo sapevo. ci stavo sopra e non lo sapevo. Che vergogna di me.
Eppure, in un mio racconto a titolo l’amministrazione, tratto da un sogno, ne ho scritto e non lo sapevo. giovanni Capodicasa